I manufatti in lana minerale sono stati approfonditamente studiati e vi sono più di 2.500 pubblicazioni scientifiche dei massimi esperti che stabiliscono che sono sicure durante la produzione, l’installazione e il normale esercizio degli edifici.
La valenza di questi studi scientifici è stata riconosciuta dalle autorità sanitarie internazionali, europee e nazionali. Ad esempio, il REACH (Regolamento Europeo concernente la registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche) classifica le lane minerali come non pericolose.
A livello internazionale, la IARC (International Agency for Research on Cancer, parte dell'Organizzazione Mondiale della Sanità) ha stabilito che le lane minerali “non sono classificabili come cancerogeni per gli esseri umani”.
In aggiunta a ciò, l’industria delle lane minerali, si affida a EUCEB, una certificazione indipendente che assicura la bio-solubilità di tutti i prodotti immessi sul mercato alle prescrizioni europee,
Gli isolanti in lana di vetro e lana di roccia da diverse decine di anni sono i più utilizzati in molti Paesi, grazie al loro unico mix di proprietà termiche, acustiche e di incombustibilità. Sono oggetto di continua innovazione e miglioramenti per soddisfare i più severi requisiti tecnici e di sicurezza.
Il tutto è stato recentemente confermato dal Ministero della Salute con il documento "Le Fibre Artificiali Vetrose (FAV) - Linee guida per l’applicazione della normativa inerente ai rischi di esposizioni e le misure di prevenzione per la tutela della salute", approvato dalla Conferenza Stato/Regioni in data 25 marzo 2015.
"Le lane minerali non sono classificabili come cancerogeni per gli esseri umani".
Questa è la conclusione a cui è arrivata la IARC (l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro - http://www.iarc.fr), organismo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) con sede a Lione, che dal 1969 si occupa della classificazione di agenti chimici e fisici in base alla loro cancerogenicità.
Tale Agenzia prevede l’esistenza dei seguenti gruppi di sostanze:
Nella sua ultima monografia del 2002, a seguito di molteplici studi epidemiologici pluri-decennali e dell’analisi delle specifiche caratteristiche chimico-fisiche (composizione chimica, morfologia, dimensioni e reattività) delle FAV (Fibre Artificiali Vetrose), la IARC ha inserito le lane minerali nel gruppo 3 (non classificabile come cancerogeno per gli esseri umani).
Inoltre, la lana di vetro e la lana di roccia non sono considerate cancerogene neppure per gli animali, al contrario delle FCR (Fibre Ceramiche Refrattarie), che sono state classificate “possibile cancerogeno” proprio perché vi sono adeguate evidenze della cancerogenicità di queste ultime negli animali.
Le lane minerali (lana di vetro e lana di roccia) sono ritenute sicure anche in merito agli effetti di natura non maligna sull’apparato respiratorio (sintomi di irritazione delle alte vie respiratorie, ostruzione bronchiale, diminuzione della funzionalità polmonare, comparsa di placche pleuriche), per i quali gli studi hanno trovato una correlazione con l’esposizione a fibre solo per lavoratori addetti alla produzione di FCR.
Sebbene, a causa della tragedia degli amianti, si ipotizza che un materiale fibroso possa avere effetti dannosi sulla salute, le lane minerali (lana di roccia e lana di vetro), possono essere collocate al di sopra di ogni sospetto, non solo per le indagini della IARC, ma anche grazie alle proprie caratteristiche chimico-fisiche.
Le lane minerali, sono infatti fibre artificiali, realizzate da materiali non fibrosi per natura e trasformate in fibra mediante accorgimenti tecnici.
Ad esempio, il loro diametro può essere opportunamente modulato durante la produzione in modo da ridurre, compatibilmente con la destinazione d’uso, la frazione respirabile (l’OMS definisce fibre respirabili quelle con diametro inferiore a 3 μm, una lunghezza superiore a 5 μm ed un rapporto lunghezza/diametro superiore a 3).
Le lane minerali hanno inoltre una morfologia amorfa. Questo comporta l’impossibilità di sfaldarsi longitudinalmente. Quando sono sottoposte a sollecitazioni meccaniche, tendono, anzi, a rompersi perpendicolarmente all’asse principale originando fibre progressivamente più corte e quindi più facilmente eliminabili dai macrofagi alveolari.
Inoltre, un tenore elevato di ossidi alcalini ed alcalino-terrosi (Na2O, K2O, CaO, MgO, BaO e loro combinazioni), incrementa la solubilità delle fibre. Ciò significa che, qualora le fibre entrassero nell'organismo, verranno smaltite prima che possano dare luogo a qualsiasi effetto.
In altri termini, in virtù della propria composizione chimica, le lane minerali hanno una elevata bio-solubilità (capacità di essere facilmente e rapidamente eliminate dal corpo umano) o, in altri termini, una bassa bio-persistenza (tempo di ritenzione all'interno del polmone).
Il giudizio della IARC non è vincolante dal punto di vista legislativo. L’Unione Europea (e di conseguenza l’Italia) ha scelto un approccio conservativo e ha introdotto una propria classificazione (cfr. Direttiva n. 97/69/CE, recepita in Italia dal DM 1° settembre 1998, e Regolamento (CE) n. 1272/2008 (CLP) relativo alla classificazione, all’etichettatura e all’imballaggio delle sostanze e delle miscele, successivamente aggiornato dal Regolamento (CE) 790/2009):
Le lane minerali, però, soddisfacendo la "Nota Q" o la "Nota R", sono classificate come "non cancerogene".
In sintesi, la Nota Q stabilisce che la classificazione "cancerogeno" non si applica se è possibile dimostrare, con un test, che le fibre hanno bassa bio-persistenza (caratteristica comune alle fibre con elevata concentrazione di ossidi alcalini ed alcalino/terrosi).
La Nota R, invece, stabilisce che la classificazione "cancerogeno" non si applica alle fibre con diametro medio ponderale inferiore a 6 micron.
Flowchart per la classificazione di cancerogenicità delle FAV
Si riporta il testo della Nota Q e della Nota R, come introdotte dalla Direttiva 97/69/CE e confermate da tutte le successive modifiche ed integrazioni.
Nota Q: la classificazione "cancerogeno" non si applica se è possibile dimostrare che la sostanza in questione rispetta una delle seguenti condizioni:
Nota R: la classificazione "cancerogeno" non si applica alle fibre il cui diametro geometrico medio ponderato rispetto alla lunghezza meno due errori standard risulti maggiore di 6 µm."
L'importanza della Nota Q e della Nota R e di come il rispetto anche solo di una delle due sia sufficiente per escludere le lane minerali dalla classificazione di cancerogenicità è stata ribadita dal documento "Le Fibre Artificiali Vetrose (FAV) - Linee guida per l’applicazione della normativa inerente ai rischi di esposizioni e le misure di prevenzione per la tutela della salute", approvato dalla Conferenza Stato/Regioni su proposta del Ministero della Salute.
Le lane di vetro e le lane di roccia prodotte e commercializzate dai soci FIVRA sono sicure perché conformi alla nota Q e/o alla nota R e possono dunque essere utilizzate con tranquillità, perché rispecchiano i più severi requisiti sanitari.
Il rispetto della “nota Q”, per i soci FIVRA, è attestato da autorevoli istituti di fama internazionale (come ad esempio l’istituto Fraunhofer).
I soci FIVRA, per offrire la garanzia che ogni lotto della propria lana minerale commercializzata in UE sia conforme alla “nota Q”, hanno tutti aderito volontariamente al marchio europeo EUCEB.
EUCEB (European Certification Board for Mineral Wool Products - http://www.euceb.org) è un ente di certificazione indipendente che verifica, attraverso un controllo continuo della produzione, il rispetto della composizione della lana minerale alla formula originaria, la cui conformità alla “nota Q” è stata certificata dagli istituti di ricerca sopracitati.
Grazie all’etichetta EUCEB, è possibile riconoscere facilmente quali lane minerali sono bio-solubili e sono quindi escluse dalla classificazione comunitaria delle sostanze cancerogene.
A conferma della non pericolosità della lana di vetro e della lana di roccia, è intervenuta anche la Direttiva n. 2009/2/CE, che ha eliminato la classificazione di rischio “R38 – irritante per la pelle”, confermando i soli consigli di prudenza S2 (tenere lontano dalla portata dei bambini, se il prodotto è venduto al dettaglio) e S36/37 (usare indumenti protettivi e guanti adatti).
Al momento la IARC ha classificato 980 agenti: