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26 Aprile 2022

RTV "Chiusure d'ambito" - applicazione alle facciate

Introduzione

La presente analisi, che si affianca alla sintesi già pubblicata, riguarda i requisiti per le facciate contenuti nella Regola Tecnica Verticale “Chiusure d’ambito degli edifici civili" (in seguito indicata RTV "Chiusure d'ambito" per semplicità).

Lo scopo è offrire una spiegazione dei requisiti minimi ivi contenuti e illustrare le ricadute pratiche dell’applicazione degli stessi. In particolare, ci si concentra sull’utilizzo e la scelta degli isolanti termici.

Requisiti non univoci

La RTV “Chiusure d’ambito”, per la prima volta, indica i requisiti minimi di comportamento al fuoco che devono possedere le facciate degli edifici civili.

Come si evince dalla nostra precedente sintesi, i requisiti minimi non sono univoci ma sono differenziati, a seconda delle caratteristiche e della destinazione d’uso dell’edificio.
A prima lettura, ciò potrebbe sembrare poco comprensibile; di seguito proviamo a fornire una spiegazione.

Il rischio che un incendio coinvolga la facciata è il medesimo per qualunque edificio, a prescindere dalle sue caratteristiche e destinazione d’uso. I requisiti sono differenti perché sono differenti le conseguenze di un eventuale incendio: in un edificio basso un incendio può causare meno vittime e danni rispetto a un edificio più alto, essendone più complessa l'evacuazione.
In altri termini, il rispetto dei requisiti antincendio non elimina ma diminuisce il rischio entro livelli che il legislatore considera accettabili.
Ecco perché molto spesso gli obblighi in termini di protezione dall'incendio si concentrano sugli edifici alti, mentre gli edifici bassi non ne sono interessati.
Il rischio che un incendio colpisca un edificio basso, con conseguente carico di vittime e danni, è infatti considerato accettabile.

Al di là del rispetto degli obblighi, ricordiamo che per gli operatori dell’edilizia vale il principio del "buon padre di famiglia", ovvero si deve evitare di recare danno alla controparte, anche se non sono stati previsti specifici obblighi.
In accordo a tale principio, la progettazione e la realizzazione di interventi sulle facciate dovrebbe perseguire il minor rischio possibile, anche qualora ciò significhi implementare misure ulteriori rispetto a quanto richiesto dalla RTV “Chiusure d’ambito” o da qualsiasi altra normativa in essere.

La scelta dell’isolante termico

La RTV “Chiusure d’ambito” riconosce che non tutti i materiali/prodotti hanno medesimo comportamento al fuoco e, per valutarne il comportamento, utilizza come parametro di riferimento quello della reazione al fuoco.
In particolare, stabilisce i requisiti minimi per i materiali isolanti.

L'utilizzo di qualunque materiale isolante dovrà essere attentamente ponderato in base alla sua reazione al fuoco: a seconda delle caratteristiche dell'edificio e delle tecnologie di coibentazione utilizzate, non sarà più possibile utilizzarne alcune tipologie.

Come abbiamo visto, i requisiti sono però variabili e pertanto non è sempre possibile individuare a priori se un isolante sia sicuro o meno.
Esiste però un'eccezione, ovvero gli isolanti con Euroclasse A1 o A2-s1,d0 di reazione al fuoco. Questi hanno la migliore possibile classe di reazione al fuoco, tanto che il loro utilizzo è espressamente previsto nelle fasce di separazione e in tutte le zone di protezione.
In definitiva, gli isolanti in Euroclasse A1 o A2-s1,d0 di reazione al fuoco sono gli unici che sono sempre ammessi, in ogni zona della facciata.

Tra gli isolanti, non sono molti quelli che rientrano in questa categoria:

  • lane minerali (lana di roccia e lana di vetro)
  • vetro cellulare
  • calcio silicato
  • cemento cellulare

Tutti gli altri isolanti termici hanno una reazione al fuoco peggiore, che in alcuni casi li esclude dall'essere utilizzati, in tutto o in parte, sulla facciata.

Fasce di separazione e zone di protezione

La previsione di realizzare fasce di separazione e zone di protezione con materiali/prodotti in Euroclasse A1 o A2-s1,d0 comporta importanti ricadute, anche sul resto della facciata.

Come abbiamo visto, sono pochi i materiali isolanti con tale reazione al fuoco.

Ognuno di essi è caratterizzato dalla propria capacità coibente (indicata dal parametro conducibilità termica o lambda); ad esempio, i pannelli in lana minerale che vengono utilizzati nei sistemi a cappotto hanno una conducibilità termica compresa tra 0,034 e 0,035 W/mK.

Ciò comporta che per raggiungere i previsti requisiti termici sarà necessario utilizzare pannelli di un determinato spessore (consideriamo per ipotesi 14 cm se si utilizzano lane minerali).

Qualunque sia l’isolante termico utilizzato nelle fasce di separazione e nelle zone di protezione, è opportuno che l’isolante utilizzato nel resto della facciata abbia simile capacita di coibentazione termica.

Per comprenderne i motivi, immaginiamo di utilizzare:

  • per le fasce di separazione e zone di protezione: lane minerali;
  • per il resto della facciata: un isolante con migliore conducibilità termica.

Per rispettare i requisiti termici saranno quindi necessari (ad esempio):

  • per le fasce di separazione e zone di protezione: 14 cm
  • per il resto della facciata: 12 cm

Se si procedesse in questo modo, la fascia di separazione/zona di protezione sporgerebbe dal resto della facciata, situazione non accettabile dal punto di vista estetico ma anche funzionale.

Per evitare la creazione di sporgenze, sono possibili tre soluzioni:

  • utilizzare sull’intera facciata il medesimo isolante utilizzato per le fasce di separazione/zone di protezione;
  • utilizzare isolanti differenti ma con analoga conducibilità termica; in questo caso non si crea nessuna sporgenza;
  • utilizzare isolanti differenti con dissimile conducibilità termica; in questo caso sarà necessario aumentare lo spessore nelle zone coibentate con l'isolante a migliore conducibilità termica, al fine di pareggiare gli spessori in tutte le zone della facciata.

La soluzione più indicata è sicuramente la prima perché consente di raggiungere la migliore sicurezza in caso di incendio: l’intera facciata avrà il migliore possibile comportamento al fuoco.

Inoltre, utilizzare un unico isolante per l'intera facciata evita ogni problematica legata al ritaglio dei singoli pannelli ed allo schema di tassellatura degli stessi, oltre a ridurre i rischi legati all'affiancamento di materiali con differente comportamento in termini di dilatazioni termiche.

Oltre le fasce di separazione

La RTV “Chiusure d’ambito”, tramite l’indicazione di requisiti minimi, individua delle soluzioni conformi. E’ però importante sapere che le soluzioni conformi non sono tutte uguali.
Tra le soluzioni conformi contemplate dalla RTV “Chiusure d’ambito”, quella che offre la maggiore sicurezza è la realizzazione di fasce di separazione e zone di protezione con materiali/prodotti in Euroclasse A1 o A2-s1,d0.
Tale soluzione non consente di raggiungere la migliore sicurezza in assoluto, poiché rimangono rischi tutt’altro che trascurabili.
Infatti, la presenza di materiali combustibili (in facciata come in copertura) rappresenta sempre un rischio.
Pertanto, anche se si realizzano fasce di separazione e zone di protezione con materiali/prodotti in Euroclasse A1 o A2-s1,d0, permane il rischio dovuto alla presenza di materiali combustibili sul resto della facciata.
Il seguente video illustra molto efficacemente il contributo delle fasce di separazione.

  • Campione A (a sinistra): Cappotto termico in kit con reazione al fuoco Euroclasse B-s2,d0
  • Campione B (al centro): Cappotto termico in kit con reazione al fuoco Euroclasse B-s2,d0 + Fascia di separazione alta 20 cm
  • Campione C (a destra): Cappotto termico in kit con reazione al fuoco Euroclasse A2-s1,d0

Figura 1: tre differenti cappotti termici sottoposti a test reale di comportamento al fuoco.

Alla fine della prova, il campione B è notevolmente meno danneggiato del campione A, proprio grazie alla presenza di una fascia di separazione.
Il campione C è però il meno danneggiato di tutti. Ciò perché per il campione C non si sono utilizzati materiali combustibili ma esclusivamente prodotti/materiali isolanti in Euroclasse A1 e A2-s1,d0.

Dobbiamo far notare che nell’esperimento del video la fascia di protezione ha un’altezza di 20 cm, mentre la RTV “Chiusure d’ambito” prescrive un’altezza minima pari a 1 metro.

Ricordiamo però che le fiamme lungo la facciata, soprattutto in presenza di vento, possono raggiungere dimensioni anche superiori, come mostra la seguente Figura.

Figura 2: Altezze di fiamma con le relative temperature sulla facciata a seconda della velocità di circolazione dell’aria (tratto da “Sicurezza antincendio delle facciate negli edifici”, Marija Jelcic Rukavina, Milan Carevic, Ivana Banjad Pecur, 2017).

In tali casi, le fasce di separazione hanno una scarsa efficacia nel contrastare il propagarsi dell'incendio lungo la facciata.
L’unica soluzione sicuramente capace di contrastare l'avanzata delle fiamme lungo la facciata è l'utilizzo esclusivo di materiali/prodotti in Euroclasse A1 o A2-s1,d0.
Infatti, questo è il requisito tecnico che gli altri paesi europei impongono negli edifici più alti, come mostra la seguente Tabella.

Tabella 1: Prescrizioni legislative di diversi Paesi Europei per l’utilizzo di isolanti in interventi di ristrutturazione con cappotti termici

La migliore possibile strategia antincendio non prevede la realizzazione di fasce di separazione e zone di protezione, ma l'utilizzo esclusivo sull'intera facciata di isolanti con la migliore possibile reazione al fuoco (Euroclasse A1 o A2-s1,d0), in modo che l'intera facciata diventi un'unica zona di protezione.

Soluzioni conformi a prova di futuro

Utilizzare solo materiali/prodotti in Euroclasse A1 o A2-s1,d0 è la soluzione vincente anche perché è l'unica a prova di futuro.

Come esempio, si consideri la posa di un cappotto termico sulla facciata di un edificio.
La RTV “Chiusure d’ambito” consente di utilizzare differenti materiali isolanti.
Se però, successivamente alla posa del cappotto termico, si volessero installare in facciata impianti energetici (ad esempio pannelli fotovoltaici o solari termici) il cappotto posato dovrà essere rimosso e sostituito a meno che sia già stato realizzato con materiali isolanti in Euroclasse A1 o A2-s1,d0.
Infatti, l’installazione di tali impianti comporta la necessità di realizzare fasce di separazione e zone di protezione in materiali/prodotti con la migliore possibile reazione al fuoco (Euroclasse A1 o A2-d1,d0).

I cappotti termici

Infine, chiudiamo con un'annotazione riguardante i cappotti termici applicati sulle pareti verticali di edifici civili.
Per essi, la RTV “Chiusure d’ambito” definisce requisiti minimi che sono differenti a seconda che il cappotto termico sia commercializzato in kit (e pertanto sia dotato di marcatura CE) oppure meno.
Supponendo di dover operare su un edificio di tipologia SC (qui la definizione), il requisito minimo per i kit è pari a Euroclasse B-s1,d0. In determinate configurazioni, è possibile raggiungere tale reazione al fuoco con qualunque pannello isolante, anche con quelli in Euroclasse E di reazione al fuoco.
Il requisito minimo per i cappotti non in kit (i cosiddetti cappotti termici assemblati) riguarda i singoli componenti; per l’isolante (ipotizzandolo protetto) è Euroclasse C-s2,d0.

Ipotizziamo ora di avere due cappotti termici con pannelli isolanti in Euroclasse E di reazione al fuoco (la più diffusa in assoluto). Supponiamo altresì che i due cappotti termici abbiano medesimi componenti (non solo l’isolante, ma anche la rasatura armata, i tasselli, il collante, ecc.); sono pertanto identici ed hanno medesimo comportamento al fuoco.
La loro unica differenza è che il primo è commercializzato in kit, mentre il secondo è assemblato.
La RTV “Chiusure d’ambito” riconosce che il secondo (a causa del pannello isolante in Euroclasse E) comporta un rischio ritenuto eccessivo e pertanto non è una soluzione ammessa.
A questo punto sorge un dubbio: il cappotto termico in kit con isolante in Euroclasse E, sebbene sia una soluzione ammessa, è veramente sicura? Se la RTV “Chiusure d’ambito” ritiene che tale cappotto non sia sicuro se assemblato, perché il medesimo cappotto dovrebbe essere sicuro se acquistato in kit?
Al di là del rispetto dell’obbligo di legge, è importante implementare soluzioni che garantiscano la dovuta sicurezza in caso di incendio (il principio del “buon padre di famiglia”) e sembra che anche secondo la RTV “Chiusure d’ambito” un cappotto con isolante in Euroclasse E non lo sia.

Inoltre, si ricorda che solo i cappotti termici (in kit o meno) con isolante in Euroclasse A1 o A2-s1,d0 raggiungono la migliore possibile reazione al fuoco e pertanto non hanno mai bisogno di realizzare fasce di separazione e zone di protezione, come mostra la seguente tabella.

Reazione al fuoco del pannello isolante

Reazione al fuoco del cappotto termico in kit

Euroclasse A1

Euroclasse A2-s1,d0

Euroclasse A2

Euroclasse B

Euroclasse B-s1,d0

Euroclasse C

Euroclasse D

Euroclasse E

Tabella 2: rapporto tra la reazione al fuoco del pannello isolante e la reazione al fuoco del cappotto termico in kit.

I cappotti termici con materiali isolanti in Euroclasse A1 o A2-s1,d0 sono pertanto gli unici che sempre soddisfano i requisiti previsti sulla sezione corrente della facciata e anche quelli previsti per la realizzazione di fasce di separazione e zone di protezione.

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