Nelle scorse settimane in Italia è sorto un dibattito relativo all’approvazione da parte del Parlamento UE della futura Direttiva per l'efficienza energetica edilizia (in sigla, EPBD), nota ai più come “Direttiva Case Green”.
Il Parlamento UE ha approvato un testo contenente l’obbligo che i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2026 se occupati o gestiti da enti pubblici (o di proprietà di questi ultimi) e dal 2028 per tutti gli altri. Tutti gli edifici che verranno realizzati prima di tali date dovranno comunque essere edifici a energia quasi zero
La proposta approvata contiene però anche i cosiddetti MEPS, ovvero gli obblighi di riqualificazione per gli edifici esistenti:
I singoli Stati possono esentare dagli obblighi fino al 22% degli edifici e le unità immobiliari residenziali esistenti, ma tali esenzioni saranno valide solo fino al 1° gennaio 2037.
I singoli Stati possono inoltre esentare dagli obblighi:
Infine, i singoli Stati possono esentare gli alloggi sociali di proprietà pubblica qualora l’intervento di ristrutturazione comporti aumenti degli affitti superiori ai risparmi ottenuti sulla bolletta energetica.
La proposta approvata contiene anche divieti in merito ai sistemi di riscaldamento:
Si ricorda che dai predetti divieti sono esclusi i sistemi di riscaldamento ibridi, le caldaie certificate per funzionare con combustibili rinnovabili e altri sistemi tecnici per l'edilizia che non utilizzano esclusivamente combustibili fossili
E’ importante ricordare che tale testo non è definitivo e potrebbe subire ulteriori modifiche.
Il processo legislativo europeo prevede infatti che la Commissione europea presenti una proposta, che viene inviata al Parlamento UE e al Consiglio UE, che parallelamente ed individualmente la analizzano e, come in questo caso, la modificano e ne realizzano propria versione che viene approvata una prima volta.
La proposta di EPBD si trova in questo stadio. Deve ancora essere sottoposta ai negoziati in "trilogo", a cui prendono parte rappresentanti di Parlamento UE, Consiglio UE e Commissione UE. Nel corso dei negoziati in "trilogo" si prevedono ulteriori modifiche, in quanto le istituzioni lavorano alla definizione di un testo comune che rappresenta la sintesi delle tre posizioni. Una volta trovato accordo su un testo comune, il testo viene formalmente approvato da Parlamento UE e Consiglio UE, e successivamente pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea.